martedì 26 marzo 2013

L'India ci manda gambe all'aria

Informativa dei ministri di Esteri, Giulio Terzi, e Difesa, Gianpaolo Di Paola, alla Camera dei Deputati dopo il caso dei due marò rispediti in India. 
Dopo parole di fuoco e in particolare dopo l'esplicita accusa che Terzi ha rivolto al Governo "risibile pensare che Farnesina abbia agito autonomamente", il ministro ha annunciato le sue dimissioni specificando come "le sue parole siano state inascoltate" e come sia comunque convinto di "aver difeso l'onorabilità del Paese".
Le dimissioni hanno glaciato la platea di Montecitorio ma soprattutto hanno offerto al ministro Di Paola la possibilità di scegliere se delegittimare il compagno di squadra o andargli dietro rafforzandone l'invettiva.
Da bravo soldato, il ministro della Difesa ha scelto la prima opzione gettando in mare - è il caso di dirlo - Terzi ma lo ha fatto con un virtuosismo tattico di pregio.

Si è trattata di una stoccata di fioretto, leggera ma cocente. Di Paola infatti fa 3 cose:
1) riduce il portato e disinnesca il carico emotivo-emozionale dell'intervento di Terzi affermando: la responsabilità viene prima delle emozioni personali; sarebbe stato facile anche per me dare le dimissioni e abbandonare la nave in una situazione difficile come questa;
2) non usa la forza ma sfrutta quella dello stesso Terzi: le scelte prese collegialmente non possono essere tradite, se si fa parte di una squadra non si può abbandonarla solo perchè tocca a noi singolarmente dover rispondere di quanto deciso assieme;
3) cambia completamente il punto di focus: io non abbandono la nave lasciando i due marò soli, a loro e alle loro famiglie deve andare la nostra solidarietà e il nostro impegno.

Di Paola da scacco matto a Terzi, e in qualche modo è l'arte militare che vince su quella della diplomazia, stranamente, ma il dibattito che è seguito è stato ancora più pregno di spunti di riflessione. Giusto un paio qui di seguito:
a) l'intervento di Di Battista (M5S) che ha sciorinato una serie di domande su questioni, a volte semplici dettagli, molto importanti e dirimenti che finora nessuno o quasi nessuno ha voluto sviscerare, almeno in maniera pubblica, ha offerto un fondamentale elemento di valutazione dell'attività e della preparazione dei c.d. grillini eletti. Evidentemente non sono così stralunati e dormienti come qualcuno si augurava o si autoconvinceva. Complimenti vivissimi a chi ha preparato lo speech.
b) l'intervento di Cicchitto (Pdl) contro Monti e il suo Governo, contro l'assenza di una catena decisionale adeguata sul caso dei due marò e sulla mancanza di responsabilità dimostrata dal Presidente del Consiglio rappresenta di fatto un ulteriore e grosso ostacolo sulla già stretta via di Bersani per la creazione di un governo con Scelta Civica.

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