mercoledì 29 aprile 2015

LA STORIA E L'ITALICUM. QUALCHE UTILE DATO OGGETTIVO




Sull'‎Italicum‬ si sono rincorsi numerosi richiami e citazioni storiche, oltre che considerazioni politiche e politologiche. Di seguito qualche dato storico, oggettivo, che può aiutare a fare chiarezza sulle opinioni, soggettive.

La legge Acerbo (1923) fu votata durante il Regno d'Italia. Grazie ad essa si poté dare vita, effettivamente, alla dittatura fascista a partire dal 1924 (anno delle elezioni). 
La legge Scelba o, come chiamata dalle opposizioni, "legge truffa" (1953) venne adottata in pieno periodo repubblicano.
La prima fu approvata sotto il governo Mussolini, la seconda con il governo De Gasperi. I relatori della proposta di legge furono rispettivamente Casertano e Moro (Aldo).
La prima passò con 223 voti su 346, la seconda con 332 su 349.

p.s. la "legge truffa" non fu chiamata così dalle opposizioni per l'iter parlamentare con cui fu adottata ma per gli effetti disrappresentativi che riportava. ‪

I VOTI PD ALLA FIDUCIA E I POSSIBILI INCENTIVI A SOSTENERE L'ITALICUM

I casi della vita: 

1) le Commissioni permanenti di Montecitorio si rinnovano ogni biennio, come da art. 20 c. 5 del Regolamento, (anche con possibile riconferma degli incarichi), ovvero nelle prime settimane di maggio 2015;

2) per la maggioranza trasversale del Governo Letta, nel 2013 all'allora Pdl vennero dati i presidenti di 5 commissioni su 14 (I, III, IV, VI, VII) dopo la scissione tra FI e Ncd alla prima (opposizione) rimasero 3 presidenze di commissione (I, IV, VI). Escluse le posizioni dell'alleato di governo, quelle dell'ex alleato dovrebbe essere acquisite dallo stesso Pd e da altre forze di maggioranza;

3) al Pd, partito di maggioranza, vennero assegnate le restanti presidenze di commissione (II, V, VIII, IX, X, XI, XIII, XIV) tranne la XII che andò a ScpI;

4) nel passaggio dal Governo Letta a quello Renzi e in occasione di riforme quali l'Italicum e il Jobs Act una parte del Pd ha manifestato la propria contrarietà, più che altro nelle sedi di partito invece che in quelle istituzionali. Il Pd si trova quindi con ben 3 presidenti di commissione della cosiddetta minoranza (Boccia per la V-Bilancio, Damiano per la XI-Lavoro e Epifani per la X-Attività produttive);

5) dopo l'uscita dall'Aula di 17 deputati Pd in occasione del voto palese sulla sospensiva del 28 aprile 2015 (tra i quali Bersani), e dopo l'annuncio dell'ex capogruppo Speranza di non votare la fiducia alcuni prevedono una sorta di redde rationem democrats;

6) oggi sulla stampa Boccia e Damiano sostengono che voteranno, con ogni probabilità, la fiducia. Il primo perché avrebbe sentito i circoli di provenienza ricevendo da questi un via libera al voto, il secondo perché ribadisce che non andrebbe mai contro il Governo.

E' un caso, lo so...

martedì 28 aprile 2015

ITALICUM: VOTI PREGIUDIZIALI PASSAGGIO PRELIMINARE PER RENZI. FIDUCIA, PERCHE'?

In tarda mattinata l'Aula di Montecitorio vota le pregiudiziali di costituzionalità e quelle di merito oltre alla sospensiva proposte dalle opposizioni sull'Italicum
Le prime due votate a scrutinio segreto, la terza con voto palese. 
Il risultato, al netto della fuoriuscita dall'Aula di 6 deputati della minoranza Pd, è il seguente:

Pd + Ap (Ncd-Udc) + ScpI + PI-Cd = 381 (maggioranza senza assenti)
M5S + FI + Ln + Sel + FdI = 213 (opposizioni senza assenti)
Misto = 37 


Alla seduta del 28 aprile:
Presenti: 593 - Assenti: 37 (giustificati: 8 Pd, 2 Ap, 2 ScpI, 3 Misto)
Voti contrari a pregiudiziale: 384 (+3 voti rispetto a composizione base, +18 voti rispetto ai presenti della maggioranza al momento del voto)
Voti a favore: 209 (-4 voti rispetto a composizione base)

La matematica non è un'opinione e, d'altra parte, visti i numeri di oggi nemmeno la politica.
La questione è: la scelta di Renzi di porre la fiducia (e quindi affrontare le polemiche e la leva mediatica che avranno le varie minoranze, nonostante i numeri siano dalla sua) è un messaggio di estrema forza e inesorabilità contro le opposizioni interne e esterne oppure è una ulteriore salvaguardia per evitare incidenti di percorso e trappole a sorpresa da parte della minoranza Pd? 
Renzi vuole chiudere la partita con minoranza Pd e spaccare in via definitiva Forza Italia per avere il nuovo e più stabile quadro politico di governo (sostenuto da 290 Pd + 20 ex FI + 33 Ap + 25 ScpI + 13 PI-Cd)?

L'ITALICUM ALLA PROVA DELLE QUESTIONI PREGIUDIZIALI E DELLA SOSPENSIVA










Oggi alla Camera dei Deputati in occasione dell'esame dell'Italicum (A.C. 3-B-bis e abb.) saranno discusse e votate le questioni pregiudiziali e sospensive di cui all'articolo 40 del Regolamento interno. 
Nello specifico sono state presentate 4 pregiudiziali di costituzionalità dai gruppi di Sel, Lega Nord, Movimento 5 Stelle e Forza Italia; 3 pregiudiziali di merito da Sel, Movimento 5 Stelle e Lega Nord e infine da parte della sola Forza Italia una questione sospensiva.
Con quest'ultima si mira a rinviare ad una certa data l'esame del provvedimento mentre le pregiudiziali sono proposte per non discutere il provvedimento, infatti nel caso fossero approvate chiuderebbero l'iter legislativo.
Le pregiudiziali, come accennato sopra, possono essere di costituzionalità, qualora si ritenga che le norme del testo in esame siano incostituzionali, oppure di merito, laddove si faccia leva su questioni di opportunità politica. Laddove sono presenti più questioni pregiudiziali l'Assemblea svolge comunque una unica discussione e una unica votazione differenziando solo tra pregiudiziali di merito e di costituzionalità. La stessa cosa accade per le sospensive se ve ne sono più di una.
Si tratta di strumenti squisitamente politici che possono assumere ancora maggior peso politico e mediatico, tanto per le opposizioni quanto per la maggioranza, quando le votazioni sono poste a scrutinio segreto.
Questi e altri temi saranno affrontati sul piano teorico e su quello pratico attraverso case history e prove in classe nel prossimo Corso per assistente parlamentare e consigliere politico svolto dall'Associazione Professione Parlamento

mercoledì 1 aprile 2015

Il sottosegretario, l'Anci e la lettera ai deputati.DL Enti Locali in arrivo?

Deputati ricevono una lettera dell’Anci. A veicolarla direttamente nelle caselle non è la posta ordinaria ma un deputato, grazie al suo timbro. 
Anci risparmia denaro e il deputato in questione si fa latore di una serie di richieste al Governo, tra le quali quella di emanare subito un decreto legge Enti Locali.
Chi è il deputato? Un sottosegretario dello stesso governo Renzi.

Angelo Rughetti, sottosegretario alla Funzione Pubblica, sostiene da tempo, e lo ribadisce oggi sulle pagine di Repubblica, la necessità di “accordare alle città metropolitane la possibilità di rinnovare i contratti ai precari anche se non hanno rispettato il patto di stabilità”. Si tratterebbe secondo l’esponente del governo di un valido strumento per permettere al tortuoso percorso di trasformazione delle province di vedere risolti i problemi con gli esuberi. Esuberi che le regioni hanno dichiarato di non essere più in condizione di assorbire. Regioni, come Lombardia, Veneto, Campania e Puglia che ricorsero contro la c.d. legge Delrio, n. 56/2014, ricevendo una sonora bocciatura dalla Corte Costituzionale appena qualche giorno fa (sentenza n.50/2015).
Secondo Rughetti si sarebbe trattato di un mero strumento dilatorio che ha rallentato il percorso della legge Delrio ma che non bloccherà la concretizzazione del provvedimento. Strumentalizzazioni che, secondo il sottosegretario Pd, potrebbero essere definitivamente sventate se il Governo accogliesse la proposta di allentare il vincolo del patto di stabilità per le città metropolitane.
Non è questa la sede per discutere nel merito dell’opinione e della proposta lanciata sulle pagine di Repubblica oggi dal sottosegretario alla Funzione Pubblica. Vale la pena sottolineare, però, che la medesima proposta è stata già sollevata dai diretti interessati, ovvero dall’Anci.
Qualche settimana fa, infatti, è arrivata ai deputati una lettera a firma del Presidente Anci, Piero Fassino, allegata alla quale c’era un’altra lettera: quella che lo scorso 4 marzo lo stesso Fassino, Dario Nardella (nella figura di Coordinatore delle Città Metropolitane) e una serie di sindaci hanno inviato al Presidente del Consiglio. Nella lettera diretta a Renzi oltre a richiedere l’emanazione di undecreto legge Enti locali, l’Anci chiedeva un incontro urgente per definire alcune questioni tra le quali proprio l’allentamento del patto al fine di permettere alle Città Metropolitane di garantire l’assorbimento del personale delle province.

Due note, quindi, un po’ stonate. La prima: un sottosegretario del Governo si fa latore di una proposta dei comuni italiani come fosse un parlamentare qualsiasi, assumendo una posizione che peraltro interessa direttamente le sue competenze governative, promuovendola a mezzo stampa come se da esponente dell’esecutivo non avesse la capacità di veicolare certe proposte di soluzione. La seconda: l'Anci non affronta spese di spedizione per far arrivare le lettere nella casella dei deputati, grazie ad un deputato che con il proprio timbro su ciascuna busta permette alle missive un percorso “preferenziale”, come se si trattasse di comunicazioni interne al Palazzo. Di chi era il timbro sulle buste? Del sottosegretario Angelo Rughetti.